Che l'arte sia espressione del nostro tessuto sociale può essere quasi un dato scontato, ma quando l'arte diventa espressione del "Creato" allora il suo impatto sociale diventa un dato significativo. La mostra organizzata su ispirazione del parroco della Chiesa di San Francesco a Baia Domizia, Padre Paolo, con la collaborazione di tutti i frati, è riuscita nel suo intento di dare voce all'espressione dell'emozione umana in un momento in cui le relazioni sociali sono "fragili" e "precarie", tanto da diventare un evento della Diocesi tutta, prolungato fino al 18 ottobre. La chiesa oggi più che mai come Istituzione, non solo religiosa ma sociale, è un punto di riferimento importante nel creare momenti di unione tra le persone smarrite, disorientate dai prorompenti combiamenti sociali in atto. Essa svolge un ruolo di "collante sociale" tra Istituzioni e bisogni dei cittadini. Difatti, l'evento si è contraddistinto anche per la sua natura "laica" permettendo a tutti, indipendentemente dal proprio orientamento religioso, di partecipare con una propria creazione (dipenti, foto, manufatti), coivolgendo anche alcune scuole del territorio aurunco. E questo è stato sicuramente un gesto di forte "fratellanza", di apertura all'altro e niente più dell'arte consente di esprimere la propria natura, il proprio "imprinting" etico e sociale, soprattutto in territori in cui spesso gli scambi culturali sono pochi e in cui il terreno è arido a certe iniziative. Questa mostra d'arte contemporanea se ne fa promotrice, con successo.