L'Italia ai tempi del "coronavirus": una breve riflessione sociologica



Voglio che a fare da cornice a questa mia breve "riflessione" sia uno degli splendidi paesaggi della nastra Nazione. E in modo etnocentrico, essendo una sociologa del Sud Italia, metto una foto del nostro territorio Campano. L'osservazione da cui parto è prettamente sociologica e rilegata agli effetti socio-economici e relazionali che questo particolare momento storico porterà per tutti noi. Citando Einstein, condivido il pensiero per cui "ogni crisi porta con sé il progresso nonché un momento di rinascita per i popoli" ed è così che bisogna guardare, a mio parere, a questo momento di drastico mutamento sociale e delle abitudini. Nella situazione specifica, le relazioni compromesse dal forte "individualismo", che nel ritmo frenetico della quotidianità dirompeva in modo significativo, si riformuleranno nella condivisione di ruoli e spazi all'interno della famiglia. Sicuramente nei contesti disagiati sarà necessario un intervento di potenziamento ma, allo stesso tempo, su larga scala potrebbe rigenerarsi un ritorno all'autenticità delle relazioni umane. Spostando, invece, l'attenzione dall'ossservazione "micro-sociologica" a quella "macro",i diversi membri della famiglia, soprattutto le giovani generazioni, si ritroveranno a fare i conti con i lasciati di una situazione economica e di un livello di disoccupazione che già erano fortemente presenti. Ad ogni modo, il boom economico che per processi storici di solito succede alla crisi potrebbe far abbassare questi livelli. 
La sociologia delle comunicazioni ci insegna molto su quanto sta avvenendo. Era il finire degli anni Novanta, quando i sociologi studiavano i lasciati, a livello mediatico e non solo, della "Guerra del Golfo", già allora si manifestavano degli indicatori sociali forti che facevano presagire "le facce" delle future guerre che avrebbero potuto colpire l'umanità. Si parlava di guerra chimica e a distanza di anni arriva in Siria con conseguenze devastanti su tutto il popolo siriano e immagini dolorose di donne e bambini uccisi, a detta di molti: “nell'indifferenza delle grandi potenze economiche”. Le stesse che oggi si ritrovano a fare i conti con quella che sembra avere tutti i contorni di una "guerra batteriologica". Senza contare i danni in termini di vite umane. 
Ma, al di là di questa riflessione che richiederrebbe degli approfondimenti più dettagliati, in questo breve contributo voglio rimanere vivo il seguente messaggio: "è nella crisi che emerge il meglio di ogni sistema. E' essa che porta al progresso. La creatività nel trovare una valida soluzione nasce dall'angoscia come il giorno nasce dalla notte". Tutto questo ciclo determinarà la soluzione ed anche il cambiamento.
Rossella Cappabianca