“DATACRAZIA”: LA NUOVA ERA DI INTERNET E IL FENOMENO DELLE CRIPTOVALUTE






La parola “datacrazia”, ossia governo dei dati, coniata dal sociologo della cultura digitale Derrick De Kerckhove parte dall’assunto che in un mondo sempre più interconnesso e in movimento, la capacità di innovare dipende sempre più dall’attivazione di relazioni sociali, di connessioni, di partecipazione attiva. Si tratta di obiettivi che portano alla nascita di nuove forme di capitale sociale, più libere e mutevoli che richiedono una complessa impresa di ingegneria sociale per essere sostenibili. Il profondo cambiamento sociale ed economico dovuto all’apertura delle economie nazionali in seguito alla globalizzazione e alla rivoluzione del sistema tecnologico di informazione e comunicazione hanno portato ad un nuovo modo di ragionare sulla funzione e sulla natura stessa della moneta. Il sistema monetario che da sempre domina la nostra vita sociale ed economica va ad assumere una nuova connotazione, mettendoci dinanzi alla tecnologia probabilmente più innovativa degli ultimi anni: la Blockchain (catena di blocchi). Una tecnologia che permette di avere, tra le varie applicazioni, anche una moneta digitale decentralizzata che si affianca alle varie monete degli Stati sovrani. Si tratta di una tecnologia di forte potenziale che ci avvicina, per ora, alla realtà delle crypto currencies e destinata a trasformare profondamente la nostra società. Per molti esperti del settore la Blockchain rappresenta una nuova era di internet.
Nel 2008, in seguito al fallimento del colosso Lehman Brother mentre ci si interrogava sulle modalità di salvataggio delle più grandi banche d’investimento veniva pubblicato un documento su una piattaforma di criptografi in cui si proponeva il modello di un sistema monetario totalmente inedito: il “Bitcoin: a peer – to peer electronic cash system”. Questa documentazione illustrava come fosse possibile il trasferimento di denaro contante da un utente all’altro senza passare da un intermediario finanziario e in qualsiasi giorno e ora. Il fondatore virtuale del Bitcoin si firma con lo pseudonimo Satoshi Nakamoto e dà inizio ad una rivoluzione anarchico-monetaria che da qualche anno divide coloro che ne sono attratti da quanti ne sono scettici ed impauriti. Ad ogni modo, il Bitcoin che nel 2010 valeva 7 centesimi di dollaro ha raggiunto allo stato attuale una quotazione di circa 14.000 dollari con un trend crescente, a causa della limitata offerta. Infatti, una delle principali particolarità dei bitcoin è legata al fatto che i creatori del sistema hanno altresì stabilito il loro numero "finito": la massima quantità di bitcoin che può essere prodotta è pari a 21 milioni di unità.
Ma il Bitcoin resta solo una cryptovaluta come ormai ce ne sono a centinaia. Ciò che crea interesse non sono tanto le monete in sé quanto le molteplici applicazioni di questa tecnologia innovativa e la sua ripercussione a livello sociale. L’interrogativo che ci si pone è il seguente: come si possono sfruttare le potenzialità della tecnologia “Blockchain”? Quali sono le aspettative che ci si pone su di essa?
Difficile fare delle previsioni considerando la continua e rapida evoluzione della tecnologia. D’altronde qualche decennio fa sarebbe stato impensabile che si sarebbero potute fare operazioni bancarie tramite uno smartphone.
 
                                                                                               Rossella Cappabianca