LA RABBIA E L’ORGOGLIO: IL TERRORISMO ISLAMICO

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Era il Settembre 2001, quando Oriana Fallaci espresse lo sdegno e l’orrore per l’attentato terroristico contro il World Trade Center di New York, pubblicando il suo libro provocatorio, appassionato e molto discusso La rabbia e l’orgoglio, che le valse anche denunce per istigazione all’odio razziale.
La sua era una rabbia fredda, lucida, razionale, sfociata nell’appello a prendere velocemente consapevolezza di quanto stava avvenendo nell’Occidente.
I kamikaze, la guerra santa, l’ISIS, sono parole divenute tragicamente concrete che, attraverso i fatti di cronaca in cui compaiono, ormai accompagnano la nostra vita quotidiana.
Eccone elencati alcuni. Marzo 2012, Tolosa, sud della Francia, un uomo armato legato ad Al-Qaeda uccide tre studenti ebrei, un rabbino e tre militari; Maggio 2013, Londra, due estremisti  di Al-Qaeda uccidono un soldato ventiquattrenne reduce dall’Afganistan; Maggio 2014, Bruxelles, un uomo, armato di kalashnikov, uccide quattro persone presso il museo ebraico. Si tratta di un ex militare francese legato al gruppo terroristico “Stato Islamico” in Siria; Ottobre 2014, Canada, a Ottawa un uomo cerca di irrompere nella sede del Parlamento uccidendo un soldato; Dicembre 2014, Australia, un uomo tiene in ostaggio diverse persone in una cioccolateria di Sidney assassinandone due; Gennaio 2015, Parigi, alcuni uomini armati collegati all’ISIS, attaccano la redazione del settimanale satirico “Charlie Hebdo”, il bilancio delle vittime è di dodici morti e diversi feriti, di cui alcuni gravi. Ne consegue una campagna di solidarietà rappresentata dallo slogan “Je suis Charlie”; Marzo 2015, Tunisi, attentato terroristico al Museo Nazionale del Bardo, vengono uccise 24 persone, di cui 21 turisti, 4 italiani. L’azione è stata rivendicata dallo Stato Islamico. Aprile 2015, Kenya, massacro di studenti in un college universitario, 147 morti. L’attacco è stato rivendicato da Al-Shebaab, gruppo somalo legato ad Al–Qaeda.
Secondo gli analisti dell’intelligence, l’Italia è nel mirino dell’ISIS, il rischio di attentati terroristici cresce sempre di più.
È in discussione, dunque, la sopravvivenza della civiltà occidentale. Ciò induce a riflettere da un lato, sulle motivazioni storiche ed ideologiche alla base del “modello culturale islamico” di deriva “fondamentalista”, dall’altro, sulle difficoltà del mondo Occidentale nel comprendere una cultura “altra”.

Rossella Cappabianca