Mondragone – I SOCIOLOGI CAMPANI PER LA LEGALITA’ E LA DIGNITA’ SOCIALE


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Il filo conduttore che accomuna le vicende legate al fenomeno della criminalità organizzata di stampo mafioso – quella che nel territorio campano viene definita “camorra” – è quel sentirsi lesi nelle propria dignità sociale e civile, che procura nei cittadini un senso di frustrazione e alienazione. Su questo filo scorrono storie, a volte consapevolmente dimenticate o rimosse, che offrono una mappatura multiforme del nostro territorio.
I fatti. Domenica 1 Febbraio 2015 si è svolto a Mondragone un corteo di solidarietà a favore del Vicesindaco Benedetto Zoccola, già sotto scorta perché vittima di un precedente attentato da parte della camorra, che lo scorso 21 gennaio ha fatto esplodere una bomba carta nelle vicinanze del suo ufficio, ferendolo ad un occhio.
A questo primo attentato dinamitardo ne è seguito un altro simile, avvenuto in prossimità della sua abitazione la sera stessa del corteo, che ha visto la partecipazione delle istituzioni, di varie associazioni, tra cui il presidente della federazione antiracket, Tano Grasso, una rappresentanza del comitato don Peppe Diana, il vescovo e i cittadini.
Le vessazioni nei confronti del Vicesindaco Zoccola, che lo hanno indotto a denunciare i suoi persecutori, sono iniziate nell’agosto del 2012 – come racconta su Facebook il sindaco di Parete – allorquando avviò la lottizzazione di un terreno ereditato dal nonno per costruire delle villette a schiera.
Storie come quella del Vicesindaco di Mondragone e di altri uomini, che hanno avuto il coraggio di dire “no” alla criminalità organizzata mafiosa per mantenere uno stato accettabile di civiltà, evidenziano l’esistenza di un problema sociale che non si manifesta soltanto attraverso la fenomenologia della violenza, ma anche e soprattutto attraverso il suo farsi “sistema”, spesso non immediatamente visibile, che “contamina” gli apparati burocratici legali.
Apparati che in alcune realtà territoriali campane sono composti da quella che alcuni studi sociologici hanno definito “borghesia camorristica”, la quale con la sua azione ha legittimato e rafforzato storicamente le organizzazioni criminali, costituendo un “capitale sociale” ramificato, utilizzato dai vari clan per fare pressioni sugli Enti Locali e sulla Pubblica Amministrazione.
Pertanto, l’analisi sociologica che si occupa del rapporto tra territorio e mafie, attuata non solo per puri scopi conoscitivi, può essere riconvertita in strategie di azione sociale e politica per arginare e combattere l’inciviltà mafiosa.

Rossella Cappabianca